A “La Fattoria” si litiga? Nessun problema, in Italia si fa di peggio visto che le ‘schermaglie’ dialettiche spesso debordano. E’ il caso del duello che vede in contrapposizione Aldo Grasso, critico de “Il Corriere della Sera”, e Cesare Lanza, uno degli autori del reality che Paola perego gestisce la domenica sera su canale 5. Questo l’ultimo botta e risposta.
GRASSO DIXIT – “Mi devo ricredere: pensavo che il peggio della tv fosse rappresentato da Scherzi a parte, ma non avevo ancora fatto i conti con l'ultima edizione de La fattoria: liti, insulti, volgarità, il trionfo assoluto del trash, dall'«autore» Cesare Lanza a Mara Venier, ridotta letteralmente a sfangare pur di apparire ancora, noia, presunzione, parodia del lavoro contadino al limite dell'insulto (ministro Luca Zaia, dia un'occhiata, per favore!), una conduttrice che veste come una bambina invitata alla Prima Comunione, opinionisti senza opinioni («A tutti gli opinatori televisivi, indistintamente, bisognerebbe dar ragione a calci in c...», il filosofo ignoto), l'ex hostess Daniela Martani usata come carne da macello, e se lo merita, Tony Sperandeo in evidente stato confusionale... Al confronto, Federica del Grande Fratello, sempre prodotto dalla Endemol, sembra una educanda. Mi devo ricredere, o meglio comincio ad apprezzare la sbruffoneria di José Mourinho: a commento della prima puntata de La fattoria condotta da Paola Perego, la famosa conferenza stampa di sette minuti, dove si dicono parole definitive, calzerebbe a pennello. Non trash ma supertrash, perché quello che va in scena è la goffaggine di troppe ambizioni e di troppi cinismi, di troppi incapaci e di troppe frustrazioni. Ma restiamo sul tecnico: Paola Perego è una conduttrice di scarso carisma ed è carente di senso del ritmo (e dell'ironia); se emerge qualche personalità, come quella di Fabrizio Corona, va subito in confusione: già a metà, la trasmissione le era sfuggita di mano per naufragare completamente nel teatrino dello scontro fra Sperandeo e Corona. E che dire della presenza in studio di Carlo Ripa di Meana? A volte i doppi cognomi non bastano ad assicurare una canuta avvedutezza”.
LANZA REPLICA – “Da molto tempo ho deciso di non dare nessuna importanza ai critici: per non mettere in difficoltà il mio povero fegato, già insidiato da libagioni in eccesso. Del resto i critici non contano davvero, rispetto a ciò che interessa davvero a chi scriva un libro, crei una musica, proponga un film, metta in scena un programma televisivo, ecc. Ciò che interessa è il consenso del pubblico ed è noto che i critici, snob per ingiustificata autostima, sentenziano quasi sempre l'esatto contrario di ciò che decide il pubblico: i critici stroncano, il pubblico approva; i critici approvano, il pubblico scappa. Il "critico" del Corriere, Aldo Grasso, è solo un po' più perverso ed elegante, raffinato, rispetto ai suoi colleghi. A me appare afflitto e insieme esaltato da forti pregiudizi. Alcuni personaggi televisivi gli piacciono e ne scrive sempre bene, a prescindere; altri gli stanno antipatici e lui ossessivamente prova a perseguitarli, sempre a prescindere. Non mi sembra corretto, ma è un problema suo e del 'Corriere'. Nel caso della Fattoria la scorrettezza suprema è svalutare il buon risultato (forse a Grasso piacerebbe, per una volta, pensarla come il pubblico?) della Fattoria: scrive che Paola Perego ha perso perfino contro Daniele Piombi su Raiuno, per l'Oscar tivu. Stop. In realtà Piombi è l'inventore di quel programma, ma domenica la Rai ha messo in campo tutti i suoi campioni e ha attinto alle grandi risorse di Mediaset, da Striscia alle Iene, dalla Hunziker a chiunque, di tutto e di più, in primo luogo Paolo Bonolis, affiancato da Luca Laurenti. Alla fine quattro milioni di telespettatori per Paola Perego, quattromilioni e quattrocentomila per l'Oscar. Ma per Grasso (di veleno) Paola ha perso, contro Piombi. Il "critico" del Corriere è reduce fresco da una sua straordinaria performance: una lunga gufata, memorabile, alla vigilia contro il Festival di Sanremo (io c'ero) e catastrofiche previsioni, giudizi spietati, qualsiasi cosa contro Bonolis e il suo gruppo di lavoro. Alla fine, sapete com'è andata: grandioso consenso del pubblico a favore di Paolino, Grasso obbligato a consegnare le armi, in penitenza. Che dire? Speriamo che i suoi strali portino fortuna, anche alla Fattoria.
Fonte: http://realityshow.blogosfere.it/
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